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Fiabe di Andersen
Tutte le fiabe di Hans Christian Andersen
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Le fiabe e storie di Hans Christian Andersen
Elenco delle fiabe (Pagina 4)
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093
Il gallo del tetto e il gallo del pollaio
C'erano due galli, uno nel pollaio e uno sul tetto, entrambi molto superbi; ma chi realizzò di più nella vita? Dicci la tua opinione, noi manterremo comunque la nostra. Il pollaio era separato tramite una staccionata da un altro cortile, e là si trovava il letamaio dove cresceva un grande cetriolo che era convinto di essere una pianta di serra.
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094
Incantevole!
Lo scultore Alfredo lo conosci bene, vero? Lo conosciamo tutti: ottenne la medaglia d'oro, viaggiò in Italia e poi tornò a casa; allora era giovane, lo è anche adesso, ma ha sempre una decina d'anni più di allora.
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098
Il farfallone
Il farfallone voleva una fidanzata, che naturalmente doveva essere un grazioso fiorellino. Guardò tutti i fiori, ciascuno se ne stava tranquillo e piegato sul suo stelo, come una signorina deve stare quando non è ancora fidanzata; ma ce n'erano tanti tra cui scegliere, era difficile, e il farfallone non aveva voglia di stare a cercare; così volò dalla margheritina.
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101
Lo scarabeo
Il cavallo dell'imperatore ricevette i ferri d'oro per gli zoccoli; un ferro d'oro per ogni zampa. Perché gli diedero i ferri d'oro? Era un animale bellissimo, aveva zampe snelle, occhi intelligenti e una criniera che scendeva dal collo come un velo di seta.
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102
Quel che fa il babbo è sempre giusto
Ora voglio raccontarti una storia che ho sentito quando ero piccolo, e da allora ogni volta che ci ho ripensato, mi è sembrata più bella; perché alle storie succede come a molti uomini: guadagnano con l'età, e questo è piacevole! Tu sei certo stato in campagna, e hai certamente visto una vecchia casa di contadini col tetto di paglia; muschio e erba ci crescono da soli e un nido di cicogne si trova
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103
L'uomo di neve
"Fa così freddo che scricchiolo tutto" disse l'uomo di neve. "Il vento, quando morde, fa proprio resuscitare! Come mi fissa quello là!" e intendeva il sole, che stava per tramontare. "Ma non mi farà chiudere gli occhi, riesco a tenere le tegole ben aperte." Infatti i suoi occhi erano fatti con due pezzi di tegola di forma triangolare.
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104
Nel cortile delle anatre
Arrivò un'anatra dal Portogallo, alcuni dissero dalla Spagna, ma non ha importanza; venne chiamata la portoghese, depose le uova, venne ammazzata e servita in tavola: questo fu il suo destino. Tutte le anatre nate dalle sue uova vennero chiamate portoghesi, un nome ricco di significato.
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108
La lumaca e il rosaio
Tutt'intorno al giardino c'era una siepe di noccioli e poco più fuori si trovavano prati e campi con mucche e pecore, ma in mezzo al giardino c'era un rosaio in fiore sotto il quale si trovava una lumaca che poteva dire di avere davvero molto nel suo guscio, poiché aveva tutta se stessa.
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110
La monetina d'argento
C'era una monetina uscita bella lucida dal conio, che saltava e tintinnava: "Evviva! ora me ne andrò per il mondo" e così infatti avvenne. I bambini la tennero stretta nelle manine calde, gli avari nelle mani gelide e viscide, gli anziani la girarono e la rigirarono molte volte, mentre i giovani la fecero circolare di nuovo immediatamente.
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111
Il porcellino di bronzo
Nella città di Firenze, non lontano daPiazza del granduca , si trova una traversa che credo si chiamLPorto rossa; qui, davanti a una specie di bancarella di verdura, sta un porcellino di bronzo, di bella fattura; fresca e limpida acqua scorre dalla bocca di quell'animale, che a causa dell'età è tutto verde scuro solo il grugno brilla, come fosse stato tirato a lucido, e questo si deve alle molte c
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116
Il bucaneve
Era inverno, l'aria era fredda, il vento tagliente, ma in casa si stava bene e faceva caldo; e il fiore stava in casa, nel suo bulbo sotto la terra e sotto la neve.
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117
La teiera
C'era una teiera orgogliosa, orgogliosa della sua porcellana, del suo lungo beccuccio, del suo largo manico. Aveva qualcosa davanti e qualcosa dietro, il beccuccio davanti e il manico dietro, e parlava sempre di quelli, ma non parlava mai del coperchio che era scheggiato; quello era una mancanza, e delle proprie mancanze non si parla volentieri non lo fanno nemmeno gli altri.
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127
Il rospo
Il pozzo era profondo, quindi la corda era lunga e la carrucola girava a fatica quando bisognava sollevare il secchio pieno d'acqua fino oltre il bordo del pozzo. Il sole non riusciva mai a specchiarsi nell'acqua, sebbene questa fosse trasparente, ma fin dove riusciva a brillare cresceva il verde tra le pietre.
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129
I verdolini
Alla finestra c'era un cespuglio di rose, fino a poco tempo prima era fresco di gioventù, ora sembrava malato, soffriva per qualcosa. Qualcuno vi si era stabilito e lo stava divorando; erano truppe di occupazione molto ben educate, in uniforme verde. Parlai con uno degli occupanti, aveva solo tre giorni e era già nonno.
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130
Il folletto e la signora
Tu conosci certo il folletto, ma conosci anche la signora, la moglie del giardiniere? Era istruita, recitava versi, e ne scriveva lei stessa con grande facilità, solo le rime per far baciare i versi, come diceva lei, le creavano un po' di problemi. Sapeva scrivere e parlare bene, avrebbe potuto benissimo diventare pastore o per lo meno moglie di un pastore.
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137
Gli stracci
Fuori dalla fabbrica c'erano alti mucchi di stracci, tutti raccolti come covoni, che venivano da tutte le parti; ogni straccio aveva la sua storia e ognuno raccontava la propria, ma non si possono certo ascoltare tutti. Alcuni stracci erano nazionali, altri venivano da paesi stranieri.
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141
Le vicende del cardo
Vicino a una bella casa si trovava un bellissimo giardino ben tenuto, con alberi e fiori piuttosto rari. Gli ospiti esprimevano la loro ammirazione per quelle piante, la gente dei dintorni veniva dalla campagna e dalle città di domenica e negli altri giorni di festa e chiedeva il permesso di visitare il giardino, intere scuole si presentavano per lo stesso scopo.
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149
"Balla, balla, bambola mia!"
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150
Il grande serpente di mare
C'era una volta un pesciolino di mare di buona famiglia; il nome non me lo ricordo, ma te lo possono dire gli esperti. Quel pesciolino aveva milleottocento fratelli, tutti uguali a lui; non conoscevano né il padre né la madre e dovettero immediatamente provvedere a se stessi e nuotare qua e là, ma per loro era un gran divertimento.
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151
Il giardiniere e i padroni
A un miglio di strada dalla capitale si trovava un vecchio castello con grosse mura, torri e tetti merlati. Qui vivevano, ma solo d'estate, nobili e ricchi signori; quel castello era il migliore e il più bello di quelli da loro posseduti; da fuori sembrava appena costruito e all'interno aveva tutte le comodità e gli agi.
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